La Medicina Forestale nel mondo

Alle soglie del vacanziero Agosto, ho sentito il desiderio di accompagnarvi in un viaggio virtuale per il mondo, alla scoperta di esperienze diversamente plasmate in base al livello di consapevolezza raggiunto nei diversi paesi circa i benefici della Medicina Forestale e anche alla loro diversa sensibilità,  ma tutte accomunate da un fattore comune: l’aver colto e sancito il valore preventivo, terapeutico e riabilitativo sulla nostra salute dei  preziosi boschi.

A fronte delle notizie di incendi e di esseri umani che si rendono responsabili di tanta penosa distruzione, voglio nutrire, con questo articolo, pensieri di bellezza e di cura, dando voce a quegli umani che nel silenzio dei  media e andando in “direzione ostinata e contraria”, realizzano esperienze di valorizzazione e fruizione rispettosa e consapevole dei boschi di Madre Terra.

Il giappone: la culla dello shinrin-yoku

Non stupisce che lo shinrin-yoku sia nato in Giappone. La civiltà giapponese è una civiltà delle foreste che hanno plasmato cultura, filosofia e religione.

Mentre in Occidente l’assolutismo religioso della Chiesa Medioevale, prima, e il positivismo illuminista, poi, hanno separato l’uomo dalla natura, al contrario, in Giappone,  le religioni ufficiali, Shintoismo e Buddhismo, identificavano le foreste come il regno della divinità.

Ciò contribuì a conservare il sentimento comune della sacralità della Natura e dell’unione profonda e salutare dell’uomo con essa: lo “shizen” o “natura” è uno dei sette principi dell’estetica zen e si basa sull’idea che siamo tutti connessi al mondo naturale, in senso emotivo, spirituale e fisico.

Ciononostante, anche se nella cultura giapponese non è mai avvenuta la drammatica separazione tra uomo e natura, che ha invece contraddistinto il mondo occidentale, il Dott. Qing Li afferma che quando iniziò le sue ricerche, nel 1982, si sapeva poco o niente delle proprietà benefiche degli alberi. Da allora, i moltissimi studi che sono seguiti grazie alla sua illuminata intuizione, hanno dato valore scientifico a ciò che , in fondo, era risaputo da sempre a livello intuitivo.

A quello stesso anno risale il termine “Shinrin-yoku”, coniato dal Ministro giapponese dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca, Akiyama Tomohide, insieme ad un programma nazionale di salute pubblica basato su tale pratica.

Col tempo, in Giappone sono sorti moltissimi “centri di terapia forestale”, i Forest Bathing Center, che hanno contratti con imprese di ogni tipo al fine di fornire regolarmente ai propri dipendenti la possibilità di partecipare a programmi di forest therapy. Oggi sono presenti sessantadue percorsi curativi con personale dedicato e formato e in alcuni centri si può essere accompagnati da medici che controllano i parametri durante il percorso.

Le conoscenze a riguardo sono talmente raffinate da saper diversificare, tra le tante foreste curative, quelle più adatte a bisogni particolari: la foresta di Kunigami è caratterizzata dal clima sub-tropicale; Chizu trasmette il beneficio dell’acqua che scorre, trovandocisi uno dei torrenti più belli del Giappone; Akasawa inebria con la fragranza dei cipressi hinoki .

Dal Giappone alla Corea del Sud

Il Governo coreano ha dato avvio ad uno dei programmi di Medicina Forestale più ambiziosi al mondo, “welfare del verde”, investendo 14 milioni di dollari nella costruzione di un Centro Nazionale di Terapia Forestale, il “ National Forest Healing Center”, allestendo  trentasette foreste terapeutiche e  formando più di cinquecento istruttori. Nelle foreste sono attive le più svariate attività, da corsi pre-parto a servizi per bambini fino a siti per la sepoltura: dalla culla alla tomba! La valorizzazione del patrimonio forestale che ne è derivato  ha portato anche ad un positivo risvolto economico sia  per i proprietari di foreste che per la Sanità, essendosi dimostrata tale politica sanitaria molto conveniente per il settore medico, dal momento che il costo maggiore del trattamento è dato dalle spese di trasporto verso il sito forestale….tutto il resto, semplicemente, lo fa il Bosco!

Esperienze Europee

In Inghilterra nel  2014 è stato avviato un  progetto pilota triennale :  “Active Forest-Programme”, concentrato su 5 siti forestali pubblici gestiti dalla Forestry Commission England. L’obiettivo che ci si proponeva era di promuovere l’attività fisica e fare da volano ad abitudini sportive che diventassero consuetudine di vita. Tale fu il successo del progetto, grazie al quale oltre l’80% dei partecipanti riferì un maggiore benessere fisico e mentale, che dopo la sua conclusione, il programma “Active Forest” venne ampliato arrivando ad includere  14 siti forestali nel 2018 e altri 4 siti forestali urbani a partire dal 2019.

In Germania è stata istituita nel 2017 sull’isola di Usedom a Heringsdorf la prima di una serie di foreste dichiarate ufficialmente per legge “foreste termali e curative” (“Kur-und Heilwald”).

La foresta curativa di Usedom copre 187 ettari di faggete e pinete vicino alla riva e  offre diversi percorsi di guarigione, appositamente strutturati e predisposti per uso terapeutico, uno dei quali è specificamente adattato per le persone con disabilità visive.

Un altro progetto  degno di nota in Germania, in questo caso incentrato sull’uso riabilitativo delle foreste,  è il “White Raven – Forest Project Enterprise”, dedicato a dare supporto a programmi di  integrazione di persone svantaggiate per svariati motivi: disoccupati di lunga durata, persone che soffrono di disturbi psicologici, disabili, persone con problemi di dipendenza o difficoltà linguistiche, persone senza titolo di studio e rifugiati.

Nel bosco, le persone inserite nel programma sperimentano una situazione realistica di lavoro forestale, svolgono attività di  imboschimento, messa a dimora di  alberi, cura del bosco, cura di giardini e spazi verdi, preparazione e vendita di legna da ardere, per poi tornare al mercato del lavoro con nuove abilità acquisite. I risultati sono stati molto soddisfacenti: nel 2017 il “Progetto Foresta” ha consentito al 21% dei partecipanti di assicurarsi una  occupazione regolare.

In Austria grazie al “Regeneration trail in the Biosphere Reserve Wienerwald”, percorso inaugurato nel 2017, piccoli gruppi  vengono guidati attivamente ad interagire con elementi stimolanti della pedagogia forestale con finalità di prevenzione delle malattie legate allo stress,  mentre in Carinzia è attivo dal 2015 un interessante progetto di Forest Therapy  per  pazienti affetti da  dolore cronico a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, causato da malattia, disabilità o recenti interventi chirurgici, allo scopo di aiutarli a sviluppare  strategie di resilienza, rilassarsi, migliorare la qualità del sonno e promuovere l’attività fisica.

In Spagna a partire dal 2017 sono state create sette foreste terapeutiche a Girona, cui è stato dato il nome di “Associanó Sèlvans” : una rete di vecchie foreste per la salute e l’ecoturismo che dovrebbe col tempo coprire tutta la Spagna e dal 2018 è stato avviato il progetto “Forest bathing establishment and dynamisation in the Biosphere Reserve of Urdaibai”, destinato a soggetti con malattie mentali. La valutazione psicologica effettuata periodicamente,  ha confermato risultati positivi in termini di superamento di barriere come il panico al contatto fisico, rifiuto di socializzare, rifiuto di partecipare ad attività di gruppo, rifiuto di uscire di casa.

 La Svizzera è il paese, in Europa, che ha fin’ora dimostrato un’altissima sensibilità verso le questioni ambientali, creando addirittura il C.E.N.U. o  Comitato Etico Federale Svizzero per la biotecnologia Non Umana. Compito del Comitato è decidere se le piante possono essere considerate oggetti o se è etico fare sperimentazioni su di esse, arrivando alla conclusione, scientificamente supportata,  che le piante sono a tutti gli effetti esseri viventi cui devono essere riconosciuti tutti i diritti degli esseri viventi, creando, di conseguenza, una sorta di codice di rispetto delle piante, come esiste già per gli animali.

Molti sono i percorsi di benessere attivati in varie forme in questo paese all’interno dei boschi.

Tra i tanti esempi, una forte suggestione evoca in me  il “Trail for the soul in Heiligkreuz” che si svolge nella Riserva della biosfera dell’Unesco Entlebuch, di Lucerna, dove  è stato installato il “sentiero dell’anima”, una passerella  di circa 500 mt, leggermente rialzata per consentire ai visitatori di avvicinarsi alla foresta da un’angolazione insolita, vivendo la natura in un modo molto sensuale.

In Irlanda sin dal 2012 è attivo con successo il bel progetto “Woodlands for Health” finalizzato ad aumentare l’uso terapeutico delle foreste per pazienti dei Servizi di Salute Mentale,  su prescrizione medica. I risultati monitorati nel tempo e ottenuti senza uso di farmaci sono davvero incoraggianti: il tono dell’umore dei partecipanti è migliorato del 75% , la qualità del sonno del 66%, i pensieri di suicidio ridotti dell’82%, prova del fatto che la terapia forestale funziona davvero.

Ma il paese Europeo che ha maggiormente creduto e investito nelle Foreste terapeutiche  è senza dubbio la Scozia, dove il governo scozzese ha fatto la scelta di promuovere la salute incrementando i boschi e le attività in essi praticabili. Così dalla partnership tra Commissione Forestale scozzese, Sistema Sanitario Nazionale scozzese e Patrimonio Nazionale scozzese è nato il progetto “Woods for Health” rivolto all’intera popolazione del paese,  con l’ambizioso obiettivo di promuovere una migliore salute per tutti attraverso l’utilizzo delle risorse ambientali, prescritto come vera e propria terapia dai Medici del Sistema Sanitario che venivano incoraggiati a fare prescrizioni di “dosi di natura” prima di ricorrere all’uso dei farmaci.

All’interno del programma “Wood for health” tra il 2009 e il 2011 sono stati incentivati numerosi progetti come “Khush Dil” (cuore felice) , rivolto a favorire l’integrazione di  comunità minoritarie, oppure “Branching out”, consistente in attività di conservazione di spazi verdi su prescrizione medica per adulti con problemi di salute mentale che, in una  valutazione a 12 mesi, avevano mostrato significativi miglioramenti nelle aree dell’ autostima, motivazione, senso di realizzazione e abilità sociali. Degno di nota il fatto che i maggiori benefici li avevano ottenuti coloro che avevano una salute mentale peggiore in partenza.

I medici che lavorano nelle dieci cliniche pubbliche dell’arcipelago scozzese hanno potuto prescrivere attività naturalistiche come birdwatching, escursioni e passeggiate in spiaggia per aiutare a curare malattie croniche come ansia, stress, depressione, diabete e ipertensione. Ai pazienti viene consegnato un programma redatto dalla Royal Society, disponibile negli ambulatori medici, che consiglia particolari specie di uccelli e piante da osservare e percorsi da intraprendere nei diversi periodi dell’anno.

E nei paesi extra Europei ?

Negli Stati Uniti l “Association of Nature and Forest Therapy Guides and programs”, guida un movimento che ha per obiettivo l’integrazione delle terapie forestali nella sanità auspicando che in un prossimo futuro la Forest Therapy  venga riconosciuta come forma di medicina complementare. 

Infine, a conclusione di questo viaggio per il mondo, una menzione speciale merita la Bolivia,  paese che il 21/12/2010 ha promulgato una legge sui diritti di Madre Terra, Pachamama, partendo dall’assunto che la terra non è proprietà dell’uomo, ma è l’uomo che appartiene alla terra.

E in Italia?

Spostando lo sguardo al nostro bel paese, duole constatare che siamo fanalino di coda rispetto a molti altri paesi del mondo.

Una eccellenza tutta italiana come il prof. Stefano Mancuso, Direttore del L.I.N.V., ha vergato queste parole a prefazione del “Manifesto della Medicina Forestale”, scritto dal Dott. Paolo Zavarella, fondatore della prima Scuola Italiana di Medicina Forestale: “L’uomo si è evoluto in mezzo alle piante, soltanto  recentemente si è distaccato dall’ ambiente naturale. Passare del tempo tra gli Alberi, ha tali e tanti positivi effetti sulla nostra salute che la cura delle foreste dovrebbe essere  un ambito della Sanità, più che dell’Ambiente”.

Mi sono chiesta: perché in Italia la Medicina Forestale non è ancora conosciuta e prescritta dai medici? Come poter contribuire alla creazione anche in Italia di un movimento attivo di Medici sensibili ai benefici delle immersioni forestali? Sensibilizzare il mondo sanitario e la politica italiana ad attuare programmi di Riconoscimento della Medicina Forestale comporterebbe due importanti risultati contemporaneamente: promuovere la salute e proteggere l’enorme patrimonio boschivo del nostro paese, che è una immensa “clinica” a cielo aperto. 

Considerazioni Conclusive

I diversi programmi di Forest-Therapy  attivati in tanti paesi, non può non farci riflettere sull’ampia gamma di opportunità esistenti o ancora da individuare per promuovere i benefici per la salute attraverso esperienze di Medicina Forestale.

Preservare le foreste come risorse sanitarie e non solo come risorsa di turismo o economica, valorizzare ogni singolo albero come risorsa che ci fa risparmiare in spesa sanitaria:i risultati delle diverse sperimentazioni suggeriscono con forza che il settore forestale dovrebbe  essere considerato tra gli obiettivi chiave di ogni  governo nazionale e alla base di strategie di salute o di piani d’azione dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

 Il naturalista John Muir, in tempi non sospetti, scriveva, “migliaia di persone stanche, coi nervi a pezzi e super civilizzate cominciano a credere che andare sulle montagne è andare a casa, che lo stato selvaggio è una necessità, che i parchi e le aree protette di montagna sono utili, non solo perché sorgenti di boschi e di fiumi ricchi di acqua ma perché sorgenti di vita” .     

Siti utili da visionare:
http://forest-therapy-scotland.com/testimonials/
https://foresttherapyinstitute.com/it/inizio/
http://natureandtherapy.co.uk
https://www.natureandforesttherapy.org
https://www.giftoftheforest.com
https://www.owlscotland.org/local-options/forestschools/forest-school-training/
https://www.globalwellnesssummit.com/2019-global-wellnesstrends/download-report/
https://www.infom.org
https://www.fo-society.jp/therapy/cn45/index_en.html
https://www.nms.ac.jp/college/english/research/topics/topics02.html
https://www.nms.ac.jp/college/english/research/topics.html

Akila

Medico Chirurgo Specialista in Igiene e Medicina Preventiva Diplomata esperta facilitatrice in Medicina Forestale Docente presso la scula Educam di Medicina Forestale Ho studiato Medicina Ayurvedica in India, Teoria dei Chakra, Fiori di Bach, Gemmoterapia, Reiki fino al 3°livello, Theta healing, Archetipi junghiani, sono diventata facilitatrice in Costellazioni Familiari secondo il metodo Bert Hellinger... trovando porzioni di verità in queste discipline, ma non il tutto, non l'olos che cercavo, finché è avvenuto l'incontro con gli Alberi . Ora voglio essere più che un medico, una Guaritrice che si fa tramite tra Uomo e Bosco, accompagnando il paziente ad incontrare il suo Albero-Medicina che compirà il processo di cura. ciro.leone.94@gmail.com

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