Ascoltare i segnali: La creatività del dolore

Ritrovare la propria unicità, accettarsi ad ogni livello e celebrare; per far sì che questo processo inizi e conduca ad una consapevolezza maggiore, è necessario un moto, uno slancio, un’azione creativa.

Spesso il nostro corpo ci invia segnali, a volte deboli, impercettibili, altre volte bussa forte e addirittura irrompe. Se poi guardiamo attentamente i segnali di un disagio o di una fase cui porre attenzione, ci arrivano anche dal mondo esterno, dalla natura, dagli elementi.

Ascoltare e non ignorare certi segnali ci spinge a prenderci cura di noi, a prendere in mano il nostro presente, ricordando che siamo un sistema complesso fatto di corpo, mente, emozioni e spirito.

Nessuno di questi aspetti, per restare in salute o ritrovarla, può essere trascurato o sottovalutato.

Attraverso il dolore nel corpo, che sia fisico o mentale, la nostra Anima ci chiede di essere ascoltata, e questo significa iniziare un percorso di guarigione, che passa dalla cura del cibo e dei prodotti di cui ci nutriamo, al movimento che è vita, all’analisi profonda della parte nascosta di noi, attraverso la bioenergetica, tecniche di riarmonizzazione, sciogliendo blocchi e lavorando su credenze, condizionamenti e traumi.

Come diceva Seneca “in ogni malattia ci sono tre cose gravi: la paura della morte, il dolore fisico, l’interruzione dei piaceri”.

Con la malattia tendiamo ad abbatterci e concentrare le nostre forze per riuscire a vedere la Luce oltre la morte; dentro di noi si allarga una ferita che ci allontana dal nostro potere creativo che è, invece, ciò di cui dobbiamo nutrirci e che dobbiamo coltivare proprio in quei momenti. Avventurarci verso l’inconoscibile, far straripare l’Anima dagli argini, fare in modo che la follia prenda il sopravvento così da poter usare la creatività come qualcosa che ci riporta in contatto col mondo… spesso acuendo la nostra sensibilità ci predisponiamo alla fase creativa.

Un esempio è De Chirico (Lug 1888 – Nov 1978), che, iniziatore nel 1910 della “Pittura metafisica”, soffrendo di emicrania con compromissione del campo visivo, aveva continuamente allucinazioni.

Altro esempio Wolfgang Amadeus Mozart (Gen 1756 – Dic 1971), vedeva il colore delle note assieme al suono, lui soffriva di una patologia detta “sinestesia”, in cui percezioni derivate da due o più sensi si mescolano!

A volte i segnali provengono anche da fuori di noi, in quello in cui ci specchiamo, che spesso induce nell’errore, ci fa credere che il problema lo si stia osservando in qualcuno disgiunto da noi, quando in realtà sono i nostri occhi che vediamo, le nostre emozioni riflesse che percepiamo, i nostri demoni interiori che si manifestano, e tutto ciò è e può diventare una potente forma di presa di coscienza ed evoluzione del nostro cammino.

Da qui possiamo spingerci ad ascoltare e percepire anche i messaggi della Natura, sia essa visibile e reale ai nostri sensi pratici, o sia essa invisibile. Ogni messaggio, casualità, coincidenza, meritano attenzione e presenza, non la sciando mai spazio o assecondando mai il senso del “far finta di niente”, ascoltare è sempre la risposta giusta.

C’è chi definisce il dolore come condanna, chi come un dono!

Chi può giudicare?

L’approccio Naturopatico è tutto questo, guida e supporto in un percorso di rinnovamento, che affianchi e aiuti a riscoprire le armi personali per ritrovare in sé, forza e possibilità.

La mèta diventa possibile, passando per il perdono verso sé stessi attraverso l’Amore per sé.

Il termine “guarigione”, ove utilizzato, va inteso nel senso di “raggiungimento di uno stato di amore per sè stessi e per gli altri, armonia interiore, consapevolezza e autorealizzazione”.

Il Naturopata, Operatore Olistico disciplinato ai sensi dell’art l Legge 4/2013, non si avvale di strumenti di natura psicologica, la prestazione erogata non è di natura medico-sanitaria, non ha quindi in nessun caso valore di diagnosi o di terapia né intende sostituirsi ad esse.

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